Toccare le radici del Bagua – A. Hsu

Toccando le radici del Bagua
L’uso, l’autentica base del Bagua Zhang
di: Adam Hsu

Il nome, bagua zhang, consiste in tre caratteri cinesi. Sono semplici, facili e tutti li possono tradurre. “Ba” significa il numero otto. “Gua” significa trigramma. “Zhang” significa palmo.

In genere la gente guarda il nome, mette insieme “otto” e “trigramma” e quindi ritiene che ci sia una intrinseca relazione con l’I Ching, il noto libro filosofico cinese. Certo “palmo” è ciò che noi usiamo per difendere ed attaccare. Quindi, pensa la gente, “ba gua zhang” è uno stile di arte marziale basato sui principi dell’I Ching. Questo è un malinteso comune sia in Cina che all’estero.

Prima di tutto, “ba” non si riferisce ai trigrammi dell’I Ching. Nell’allenamento del bagua zhang “ba” ha due divisioni: 1) otto aree o direzioni fuori dai nostri corpi, e 2) otto aree del nostro corpo. Possiamo chiamare le aree fuori dal nostro corpo davanti, dietro, destra, sinistra e le quattro diagonali in mezzo. Oppure possiamo chiamarle nord, sud, est, ovest, sudest, sudovest, nordest e nordovest. Non farebbe male neanche chiamarli cielo, terra, tuono, acqua, montagna, vento, sole e lago, i nomi che l’I Ching dà agli otto trigrammi. Potrebbero anche essere chiamati seplicemente uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto!

Le otto aree del nostro corpo sono il piede, il ginocchio, l’anca, il bacino, la schiena, la spalla, il gomito e le mani. Ogni area deve essere allenata a perfezione in modo che il praticante di Bagua possa applicare le tecniche marziali in maniera efficace.

Per quanto riguarda i «gua» (trigrammi), l’I Ching dice si che sono otto e che oto per otto fa sessantaquattro. Ma il messaggio di base all’interno di questa semplice configurazione è di dare struttura al punto di vista cinese in relazione con il mondo, e dimostrare che questo punto di vista è basato su una teoria. Verificare la fortuna di uno o il suo destino è solo un aspetto limitato dell’opera.

Piccola o grande, gli antichi cinesi basavano la loro vita su leggi naturali, vivevano con la natura e cercavano una società armoniosa. La base su cui venivano condotte le loro vite era il bene della società, il funzionamento morbido delle relazioni e il servizio preminente dell’individuo nei confronti dei bisogni della società. Per esempio, diversamente dagli occidentali, che vede il progresso come una freccia dritta lanciata alta e lontana, la filosofia cinese dice che tutte le cose si sviluppano o progrediscono in cerchio, viaggiando in cerchio continuamente. Le stagioni costituiscono un ciclo C’è un ciclo di luce e buio ogni giorno. Il bocciolo al suo momento più bello è già all’inizio del declino. E nel più rigido inverno, non ci si deve perdere d’animo perchè la primavera è appena dietro l’angolo.

I cinesi guardano al mondo in questo modo, conducono i loro lavori in questa maniera, si rapportano agli altri e gestiscono le loro vita in base a questa teoria. Credono che nel bel mezzo del successo, sempre si stia preparando il disastro (persino gli scoiattoli sanno come farlo). Durante il momento più duro di un periodo difficile, tieni alto il morale perchè il momento del cambiamento si avvicina.

Ebbene si, anche il Jung FU cinese è basato su questo principio e il Bagua non è una eccezione. Ma dire che la pratica dei cambi di palmi di Bagua sia basato sull’I Ching è inaccurato e non vero.

Secondo i dizionari popolari, la traduzione del termine cinese “zhang” è palmo. In ogni caso le arti marziali cinesi usano molti termini comuni in modo specialistico e una parola come “zhang” non può essere adeguatamente definita in normali dizionari. I dizionari di Kung Fu sono molto importanti. In Cina ne sono stati pubblicati cinque o sei. Hong Kong ne ha una. A Taiwan uno è stato pubblicato privatamente e un altro supportato dal governo, sono stati compilati. Ma una consultazione con tutti i dizionari utilizzabili dimostra che nessuno ha sufficientemente discusso la differenza tra i termini delle arti marziali e i termini comuni.

Nel Kung Fu “zhang” non si riferisce solo al palmo ma deve includere l’intero braccio dalla punta delle dita alla spalla. Quando una tecnica di un praticante di Kung Fu ha raggiunto il livello più alto, “l’intero corpo diventa un palmo”.

Se qualcuno vuole comprendere termini del Kung Fu come “bagua zhang”, persino questi tre semplici caratteri, devono riconoscere che questi dizionati, libri e persino l’I Ching non servono. Inoltre, queste fonti molto probabilmente indurranno in errore la ricerca.

L’approccio corretto è di verificare il bagua da soli. E il modo per fare questo non è di enfatizzare troppo i suoi bellissimi movimenti. E neppure si può fare attaccando un significato speciale al suo ruolo molto benefico come esercizio fisico per la salute. Il vero significato può essere trovato solo nel ritornare alle sue radici: l’uso. Gli aspetti della salute e movimenti aggraziati unici sono aspetti del bagua che lo possono solo rendere più ricco e espandere gli orizzonti. Ma senza radici, la bellezza è superficiale e gli esercizi molto probabilmente includeranno braccia e gambe lasciando il torso troppo inerte per farne beneficiare gli organi interni.

Alla fine, bagua è stato creato come arte marziale – e ancora lo è!

© Copyright 1998 Adam Chi Hsu. All Rights Reserved.

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Liang Zhenpu BGZ

Lo stile di Liang Zhenpu rappresenta la “via media” tra le scuole di Baguazhang di Cheng Tinghua e Yin Fu, che già comunque anche all’interno sono ampiamente differenziate.

L’accento della scuola Cheng è sull’aprire la “piccola porta” delle braccia per accedere alla “grande porta” del corpo e poter gestire il baricentro dell’avversario usando squilibri, sbilanciamenti e colpi ravvicinati. Potremmo definirlo uno stile “corto” di Bagua.

Generalmente Yin Fu ha invece un approccio più lungo, basato su posture di Ma Bu e Pan Ma Bu con lunghi attacchi di calcio e di pugno che tendono a colpire la porta piccola e la porta grande insieme.

Stiamo generalizzando, sia chiaro: ad esempio lo stile Gao (di derivazione Cheng) ha più di 64 tecniche lineari di gusto molto Xingyi, mentre He Jingbao ha un Bagua di scuola Yin Fu basato sugli Otto Animali molto rotondo e armonico, quindi: tutto è vero e niente è vero (tipico del Baguazhang).

Ma se comunque ci vogliamo attenere a questa grande divisione storica in due branche principali, lo stile di Liang Zhenpu si colloca idealmente a cavallo delle due, integrando elementi dello stile Cheng e dello stile Yin. Liang è stato il più giovane allievo di un Dong Haiquan ormai anziano, all’alba del suo ritiro dalla scena marziale di Beijing.

I suoi otto cambi Xian Tian hanno un sapore unico, perchè sono lineari nella concezione del movimento, quindi molto Yin, e usano la torsione del corpo solo nelle transizioni di movimento (in questo modo l’applicazione di base è chiaramente individuabile). Il primo palmo è una semplice rotazione del palmo esterno in Yang Zhang (postura classica delle tecniche lineari) e una entrara di palmo teso verticale, in genere a gruppi di tre (Lao San Dao).

I riferimenti allo stile Cheng sono invece visibili soprattutto al terzo cambio (una uscita esterna a palmi uniti), al sesto cambio (una tecnica di sbilanciamento e proiezione) e al settimo cambio, dove i “palmi che crollano” richiedono una buona dose di equilibrio per essere praticati correttamente senza provocare vertigine.

La scuola Liang ha avuto molti rappresentanti illustri, su cui primeggia Guo Gumin, combattente di grande esperienza, e Li Ziming, grande divulgatore a Beijing in qualità di presidente della Associazione degli Otto Trigrammi. Attualmente i suoi numerosi allievi e gli allievi di Guo e degli anziani maestri stanno propagando il metodo, evidenziando numerose “varianti” personali.

Ho studiato molti anni fa questo metodo da Loriano Belluomini, e l’ho rivista e confrontata in almeno altre quattro varianti dello stessa scuola. Per la sua essenzialità e per la sua chiarezza la ritengo un ottimo metodo da praticare per avere una visione chiara delle applicazioni e il sapore circolare del Baguazhang.

Sulla base della mia esperienza, ho riscontrato similitudini interessanti nelle applicazioni con il metodo di Sun Lutang, al di là delle differenze di movimento dello stile. In origine i movimenti erano sicuramente pochi, essenzialmente principi applicabili in molti modi diversi, forse neppure tutti e otto quelli che abbiamo oggi. Ritrovare questi elementi è un indicatore di qualità del metodo, perchè indica l’origine.

Cinque pugni

Wu Xing Quan, cinque pugni dello Xingyiquan:

– Pi Quan sale e scende in un solo respiro, come una scure che taglia.

– Beng Quan estende e contrae in un solo respiro, come scoccare una freccia dall’arco.

– Zuan Quan rovescia e buca in un solo respiro, un fulmine, come un geyser d’acqua che erutta.

– Pao Quan è aprire e chiudere in un solo respiro, come lo sparo di un cannone.

– Heng Quan rovescia e incrocia in un solo respiro, come una sfera di acciaio che rotola.

(Nella foto d’epoca, Sifu Fu Jianqiu in Bengquan)

Quando sei in perdita

Quando sei in perdita, cerca di restare in equilibrio
Nulla, di ciò che è materiale, è reale e permanente nella vita
Il tuo spirito, la tua volontà e il tuo impegno sono reali e veritieri
Fai come se non esistesse la miseria
Sincerità e verità sono reali e permanenti
Gioisci dell’impegno nella ricerca del nulla.

Due anni fa…

Giusto due anni fa, in mezzo alla neve, questo blog ha visto la sua nascita. Stavo percorrendo i Nove Palazzi e sono stato colpito da un pensiero: e se condividessi i miei pensieri con un blog sul Neijia? Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, e nel frattempo ho cambiato anche il mio modo di praticare – e di scrivere su queste pagine.

Non è cambiato l’atteggiamento di fondo: la mia conoscenza è limitata, il tempo di questa vita è breve, e ognuno fa del suo meglio, in tutta onestà, per progredire e capire quello che può dell’arte del combattimento. Ho avuto molta fortuna nell’incontrare molti insegnanti e maestri lungo la strada, e condivido il mio pensiero e la loro grande conoscenza.

Il mio primo maestro è stato un ragazzo mio coetaneo, pieno di energia vitale e con un talento naturale per il combattimento, una intelligenza istintiva straordinaria e “naso” per le situazioni. Lui capiva al volo quello che io impiegavo mesi a capire razionalmente. Siamo stati Drago e Tigre per 12 anni, un tempo incredibile se ci penso oggi.

Poi sono diventato insegnante a mia volta, e con molta arroganza (ci penso ancora oggi) e coraggio mi sono messo a condividere le mie quattro cose. Non so dove ho letto la storia di un uomo americano che aveva imparato una decina di tecniche di Judo da piccolo leggendo un libro trovato per caso. Tanti anni dopo, quando finalmente ebbe la fortuna di trovare un insegnante, l’insegnante rimase sbalordito di quello che quet’uomo da solo era stato capace di imparare da un libro. Le sue tecniche non erano certo raffinate, ma funzionavano molto bene.

Sono stato onorato di trovare tanta gente che ha creduto in me, come sono ben cosciente dei miei limiti quando le critiche mi piovono addosso. Nè le lodi nè i disastri cambieranno il mio modo di pensare, salvo aiutarmi a capire cosa posso e devo cambiare. E non finirò scrivendo di arti marziali: Myamoto Musashi lo scrisse chiaramente: non parlare di arti marziali, alzati e vai a praticare.

E come scrisse Sun Lutang: “Se lo studente è coscienzioso nella pratica, nel tempo non gli sarà difficile ottenere le meravigliose abilità delle arti marziali. I libri contengono i principi reali così come li ho studiati dai miei insegnanti. Se i miei colleghi troveranno errori nei miei libri, sarò loro grato profondamente del loro insegnamento”.

(Nella foto, Chuan Zhang in cerchio, fatto questa mattina dalla pratica nella neve. Jiu Gong Gui Yi!)

Festività 2009 – 2010 Anno della Tigre

BUONE FESTE e un sereno 2010 !

Quando eravamo più vicini alla natura, con meno suppellettili e mezzi di comunicazione, ma con più tempo per noi, il solstizio d’inverno, questo passaggio dal buio alla luce, era davvero il momento simbolico cruciale per l’essere umano e per la natura.

Auguro a tutti i lettori del blog un fine anno all’insegna della tranquillità e un nuovo anno sereno. In febbraio inizierà il nuovo anno cinese, quello della Tigre, che sarà sicuramente un grande anno (anche perchè il mio segno è quello della Tigre!).

Questo concetto di “serenità”, che non esiste in altre lingue, riflette una sicurezza di fondo dell’uomo latino, chiaro come il bel tempo e allo stesso tempo equilibrato, non eccessivo, capace di accettare il bene e il male con il giusto stato d’animo. Un atteggiamento di equilibrio daoista e di accettazione e compassione buddhista.

Nutro la speranza che tutti i “marzialisti” riescano un giorno a capire l’essenza profonda del combattere, che non è legato al potere e alla paura, ma parla di armonia con la vita, di crescere e di trasformarsi, migliorando in qualità, aumentando la capacità di ascoltare se stessi e il mondo.

Ho la speranza che praticando – davvero – le arti marziali, impariamo la più grande lezione: liberarci delle paure guardandole in faccia, diventando liberi da pregiudizi e convinzioni inutili, affrancarci dalle dipendenze psicologiche per essere pienamente Maestri di noi stessi. Non è mai troppo tardi.

Un pensiero speciale per i miei amici e allievi:

“Lo spirito della Tigre si nasconde anche nella madre che nutre i suoi cuccioli”.

Buone Feste!

Lamento di un praticante

Voglio essere sicuro, imbattibile e avere grandi nomi, ma solo da sbandierare.

Voglio forme e combattimenti liberi, ma non ho palle per praticarle.

Voglio sapere come uccidere, ma non mi interessa saper guarire.

Voglio maestria dell’arte, ma non so neppure cambiare le mie abitudini.

Voglio tutto senza dare niente, e sono persino annoiato dalla pratica.

Voglio l’abito in seta, e lo indosso solo per farlo vedere.

Voglio la spada più bella, e poi la butto via come ferrovecchio.

Perchè allora alzarmi al mattino presto per praticare nel buio, al freddo di dicembre?

Allenarsi al mattino

Mi piace allenarmi al mattino, quando non c’è nessuno in giro, e nei parchi all’aperto ci sono solo io e qualche altro disperato che corre al buio.

Napoleone diceva che il vero coraggio è quello del mattino presto, quando ancora non c’è luce e dobbiamo contare solo sulle nostre riserve personali di adrenalina e di motivazione. Lui parlava di attaccare battaglia, per me si tratta di buttare i piedi fuori da sotto le coperte e affrontare il freddo in casa, il sonno e tutti i pensieri alternativi, e focalizzarsi su lavarsi, vestirsi, coprirsi bene e uscire di casa.

Ho la fortuna di avere un piccolo parco vicino a dove abito, e di non abitare in una città affollata. In tre minuti a piedi raggiungo lo spiazzo, e questo tragitto breve mi consente di risvegliarmi definitivamente. In genere in questa stagione ci pensa comunque il freddo a svegliarmi.

La pratica del mattino è magica per molti motivi. Intanto è una pratica principalmente energetica, non per la potenza fisica (per quello meglio allenarsi la sera). Inoltre l’orario presto del mattino permette di avere una mente chiara e ricettiva. Infatti non è un caso se l’orario migliore per la meditazione è quello del mattino prestissimo, tra le 3 e le 5.

Alle sei del mattino si approfitta comunque del benessere di una mente riposata e aperta. Le migliori intuizioni arrivano a quest’ora: la comprensione di quello che sto facendo, la gioia di sentire il corpo che lavora bene e che finalmente integra le informazioni, la capacità di uscire dalla visione ristretta del movimento e di integrare tutto il corpo, il prima e il dopo, lo spazio e il tempo.

Sono piccole illuminazioni, ma rendono la giornata decisamente migliore, più vivace e con un grande senso di soddisfazione che mi accompagna, il corpo è rilassato e tonico, e lo spirito è più alto. Poi, mentre mi dirigo verso casa, il sole sorge, ed è davvero un momento speciale, io e lui, il cielo che si apre e che mi saluta. Mi sento parte dell’universo. Auguro a tutti i praticanti di acquisire presto questa nuova abilità, che nasce vincendo la pigrizia e il freddo.

(Nella foto, un maestro di Baguazhang che di traversie ne ha sapute affrontare molte nella sua vita, e sicuramente si è alzato molte volte presto al mattino: Wang Peisheng)